È significativo che l’ultima domenica dell’anno liturgico si festeggi Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo. Cristo infatti non è re soltanto nell’aldilà, ma è re del nostro mondo, signore del nostro mondo.
Se siamo sinceri dobbiamo ammettere che spesso osservando la vita viene difficile dire che sia Cristo il signore del mondo. A volte ci è più facile pensare che sia il caos a regnare, o addirittura il male. Le cose non vanno come dovrebbero andare.
In che senso dunque Cristo è re dell’universo? Ci aiuta Il Vangelo di questa domenica. I governanti del mondo dominano sugli altri con la forza e spesso li opprimono, facendo i propri interessi invece di quelli delle persone a loro affidate. Il Vangelo ci mostra invece un Cristo debole, indifeso, all’apparenza senza alcun potere. Cristo regna dalla croce e guida la storia verso la salvezza non con la forza, non con la potenza, ma con l’amore. Cristo è un re che muore per gli uomini, amandoli fino alla fine. Questo è il punto: Cristo guida la storia cambiando i cuori delle persone. Quando uno si sente amato cambia, e cambiando irradia attorno a sé luce, bellezza, amore. Cristo ci chiede non di essere sudditi ma di regnare con lui. Regnare con lui significa anche come lui, cioè servendo, amando sino alla fine.
Potremmo dire che il suo regno siamo innanzitutto noi che crediamo in lui e vogliamo seguirlo. Proprio come dice l’Apocalisse: «Ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre». Così diventiamo protagonisti di un mondo nuovo insieme a lui. Per mettersi in cammino nel mondo e salvare la storia ha bisogno del nostro sì. Questo perciò è il nostro vero compito nella vita, più ancora che essere padri e madri o bravi professionisti, più ancora che essere in buona salute… più di tutto il nostro compito nella vita è questo sì a Cristo perché lui si possa mettere in cammino nella storia per diventare sempre di più il signore del mondo.
Don Davide