Quello che il Risorto dice ai suoi amici, incontrandoli dopo gli eventi drammatici della sua morte e risurrezione, lo dice ai discepoli di tutti i tempi, quindi anche a noi.
“Pace a voi”, innanzitutto. La parola “pace” va riscoperta, non solo per il fatto la troviamo a più riprese nei racconti della risurrezione, ma anche perché, stando al Nuovo Testamento, è una delle parole più descrittive dell’esistenza cristiana. Chi incontra Cristo continua a vivere le vicende del mondo, ma con la consapevolezza che lui è con noi e ha vinto il male e la morte. Questo non toglie la drammaticità dell’esistenza ma consente di vivere dentro un orizzonte che dà senso e speranza al vivere.
In secondo luogo, Gesù nello stesso episodio invia i suoi discepoli nel mondo a portare un messaggio di riconciliazione per tutto e per tutti. Il cristiano è mandato da Cristo stesso nelle strade del mondo, nelle nostre famiglie, nel quartiere, negli ambienti di studio o di lavoro per esser portatori di quell’amore che rinnova il mondo.
Infine nello stesso episodio si dice che Gesù dona lo Spirito Santo, cioè la vita stessa di Dio che abita in noi e ci rende una cosa sola con la comunità dei credenti.
Anche noi, come Tommaso, possiamo fare questa esperienza di Cristo risorto solo stando nella comunione di coloro che credono in lui e a lui riferiscono tutta la loro vita. Don Davide