COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 5 MAGGIO 2024

Cristo ci chiama “amici”, siamo suoi “amici”. È la nostra identità più profonda.
Finché non si arriva a capire questo non si è ancora varcata la soglia del cristianesimo. Tanti cristiani sono stati abituati a considerarsi servi, vedendo in Dio un giusto padrone che è benevolo solo nella misura in cui ci mostriamo servitori obbedienti e devoti.
Dentro un’esperienza quotidiana di amicizia con Cristo facciamo invece esperienza del fatto che Dio è amore. Ciò che ci definisce non sono più le nostre qualità morali o i risultati che riusciamo a ottenere, e neanche i nostri errori o fallimenti. Ciò che ci definisce è Dio che ci chiama per nome e ci dice: “Non lasciarti andare, sei prezioso. Io ti ho scelto e sono con te”. Comprendere la nostra vita nel segno di questa scelta significa che ciascuno di noi non è senza un nome, senza una storia, senza un destino.
L’amicizia con Cristo, che ci fa scoprire la profondità dell’amore di Dio per noi, porta con sé un nuovo modo di vivere le relazioni tra di noi: “Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Abbiamo il compito di far sì che la Chiesa, a partire dalle nostre comunità particolari, diventi sempre di più un luogo di fraternità, quasi un anticipo di paradiso.
Il nostro contributo alla felicità del mondo consiste allora innanzitutto nel realizzare luoghi di fraternità. La Chiesa è come un faro, una luce, che rende visibile una possibilità di vita nuova per tutti. Don Davide